Detergere, igienizzare, disinfettare, sterilizzare e sanificare: definizioni e differenze
Una postazione sporca e piena di polvere o con macchie di gel qua e là non è decisamente un bel vedere, inoltre rischiamo di venire in contatto non solo con batteri e germi di vario tipo, ma anche con virus molto pericolosi.
Per prima cosa sarà bene imparare il significato di alcune terminologie e le caratteristiche di alcuni prodotti, perché troppo spesso vengono utilizzati o menzionati impropriamente.
Detersione: cosa è e quando farla?
Con la detersione si eliminano le impurità da una superficie o dal corpo.
A tale scopo si utilizzano i detergenti per la nostra pelle come il bagnoschiuma, lo shampoo o lo struccante, mentre per le superfici i detersivi come l’anticalcare o il sapone di Marsiglia e tanti altri ancora.
Prima che sopraggiungesse il Covid era difficile che un detersivo o un detergente contenesse sostanze antibatteriche, oggi possiamo invece trovarli addizionati con sostanze ad azione battericida, tramutandoli così in dei veri e propri igienizzanti.
Ignienizzazione: cosa è e quando farla?
Tramite l’igienizzazione si eliminano una discreta quantità di batteri e germi, andiamo quindi a lavorare più profondamente rispetto alla semplice detersione.
Ma quali sono i prodotti igienizzanti?
- Tutti quelli che all’interno della propria formulazione contengano sostanze ufficialmente riconosciute come antibatteriche.
A volte viene specificato in che quantità queste sostanze sono presenti all’interno della miscela, a volte no. E siccome alcune sostanze a seconda del dosaggio utilizzato hanno efficacia differente, non potremo mai sapere esattamente se davvero svolgono un’azione antibatterica reale oppure no.
Su altri prodotti invece troveremo indicazioni precise sulle componenti e anche sui tipi di batteri che il prodotto in questione può eliminare. - Tutti quei prodotti che non hanno riportato sulla confezione la dicitura “PRESIDIO MEDICO CHIRURGICO”.
Un igienizzante è un prodotto che non è stato sottoposto a specifici test per verificare con esattezza l’efficacia del prodotto su un determinato tipo di virus o batterio o altro e per questo motivo il ministero della salute non lo riconosce come disinfettante, ma solo come igienizzante.
É quindi verosimile che potrebbero esserci in commercio prodotti che hanno tutti gli ingredienti sufficienti per agire a livello di un disinfettante, ma non vengono classificati come tali perché l’azienda che li produce magari non ha migliaia di euro da investire per sostenere i test e ottenere così le certificazioni ufficiali.
Disinfezione: cosa è e quando farla?
Con la disinfezione si eliminano circa il 99,9 % dei batteri, germi, virus, lieviti, spore o miceti presenti su una superficie o sulla pelle.
Un prodotto disinfettante contiene diverse sostanze attive contro i sopracitati agenti patogeni, i più comuni sono l’alcool etilico, l’ alcool isopropilico e i suoi derivati (etanolo…) e il cloro e i suoi derivati (ipoclorito di sodio…).
I disinfettanti devono per legge:
- riportare sulla confezione la dicitura “PRESIDIO MEDICO CHIRURGICO”.
Questo significa che il prodotto è stato sottoposto a diversi test ed è stata dimostrata la sua efficacia contro i patogeni indicati sull’etichetta. - Se a base alcolica e per la pelle, contenere almeno il 60 o 70% di alcool o un suo derivato. Purtroppo nella comunità scientifica c’è un po’ di dibattito per quanto riguarda questa percentuale. Alcuni considerano realmente efficace solo una percentuale superiore al 70%, altri invece affermano che già il 60 sia sufficiente. È un dato un po’ confusionario: alcuni sostengono che il limite non sia ancora stato ufficialmente stabilito a 70 solo perché in commercio esistono già un sacco di prodotti definiti ed etichettati come disinfettanti che contengono percentuali al 60% e ritirare questi prodotti sarebbe un danno troppo grosso per le aziende.
- Se a base alcolica per le superfici, contenere dal 75% al 100% di alcool etilico. Per una superficie possiamo tranquillamente utilizzare l’alcool puro, per la pelle sarebbe irritante e fastidioso.
- Se a base di cloro attivo o ipoclorito di sodio (varichina, candeggina, amuchina in confezione classica) generalmente sono prodotti che richiedono la diluizione per non nuocere alle vie respiratorie. Sulla confezione dovreste trovare sempre le indicazioni per una diluizione corretta.
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Sterilizzazione: cosa è e quando farla?
Sterilizzare prevede la decontaminazione di uno strumento da tutte le forme di vita presenti su di esso, indipendentemente dal fatto che siano buone o nocive. L’unico metodo di sterilizzazione con un’accuratezza del 100% é quello fornito dall’autoclave, uno strumento molto costoso che agisce tramite vapore ad altissima temperatura e pressione.
Dato che questo macchinario non è proprio per tutte le tasche, si ricorre spesso ai cosiddetti sterilizzanti a freddo come l’acido peracetico, usato largamente negli ambulatori e anche negli ospedali.
Questi prodotti sono spesso in forma di polvere o granulare che deve essere diluita in acqua in base ai risultati che si vogliono ottenere: possono infatti fornire 3 diversi gradi di disinfezione oltre a un effetto sterilizzante.
È importante leggere attentamente le istruzioni per ottenere la massima efficacia possibile dal prodotto.
In genere la soluzione ottenuta tramite la diluizione con acqua può essere messa in una vaschetta apposita e dura 24 ore prima di dover essere cambiata. Trascorso questo tempo può tranquillamente essere smaltita nella rete fognaria.
Cosa non usare per sterilizzare?
- Bollire gli attrezzi
- Il macchinino con le sfere di vetro/quarzo
- Le lampade UV-c
Quali attrezzi posso sterilizzare nel paracetico?
- Tutti gli strumenti in acciaio chirurgico come forbicine, spingicuticole, pinze o punte fresa, sono tranquillamente sterilizzabili in peracetico o in autoclave. Nel dubbio chiedete sempre all’azienda produttrice.
- Le lime lavabili. Sono fatte in mylar e possono essere disinfettate e messe in peracetico.
Sanificazione: cosa è e quando farla?
Procedura per una corretta disinfezione degli strumenti
Fatta ora un po’ di chiarezza sui prodotti e sulla terminologia, é importante anche prendere atto del fatto che i processi di pulizia dei nostri strumenti devono essere effettuati in maniera consecutiva.
Cosa significa?
Che dovrò procedere un passo alla volta: prima mi preoccuperò di detergere il mio strumento, poi di igienizzarlo/disinfettarlo e infine di sterilizzarlo.
Se non togliessi prima la polvere e le macchie di gel dai miei strumenti e li buttassi direttamente in autoclave o in acido peracetico, vanificherei completamente il processo di sterilizzazione.
Quindi prima di tutto pulirò il mio attrezzo da polvere e residui di prodotti vari con un panno e un detergente, poi lo tratterò con un disinfettante, infine lo asciugherò e lo inserirò in autoclave o nel peracetico.
Organizzazione del lavoro e gestione degli strumenti
Un altro consiglio utile è quello di tenere con voi doppi o tripli attrezzi, perché non è detto che tra una cliente e l’altra riusciate sempre ad eseguire tutte le operazioni di cui abbiamo appena parlato.
L’immersione dello strumento in acido peracetico, la pulizia del tavolo, delle attrezzature e della postazione potrebbe richiedere fino a una mezz’ora di tempo.
Se vi munite invece di più set di strumenti, dovrete solo provvedere alla disinfezione della postazione di lavoro e potrete subito dopo accogliere la cliente successiva.
Altre buone norme di comportamento nel nostro lavoro sono quella di utilizzare sempre dei guanti monouso, possibilmente in nitrile (materiale più resistente del lattice) e una mascherina per proteggersi dalle polveri di limatura.
Fate lavare le mani alla cliente prima di iniziare il trattamento e utilizzate anche un disinfettante spray specifico. In questo caso il contatto con l’acqua sarà molto breve e non inciderà in nessun modo sulla tenuta del materiale.
Come spiego nel mio Manuale Base sulle patologie e alterazioni della lamina ungueale, se uno strumento usa e getta come la lima dovesse venire in contatto con del sangue o una macchia sospetta (micosi o pseudomonas), bisognerà smaltirlo immediatamente. Se invece succedesse a uno strumento in acciaio questo andrà sterilizzato almeno con il peracetico.